Esproprio: le domande che mi fanno più spesso (e le risposte semplici)

Pubblicato il: 21 luglio 2025

Quando arriva una comunicazione di esproprio, ci si trova davanti a parole difficili, scadenze, numeri di particelle catastali e mappe poco comprensibili. In Defynd seguiamo ogni giorno cittadini e proprietari in queste situazioni, e sappiamo bene quali sono i dubbi più comuni. Qui sotto trovi le risposte alle domande più frequenti, spiegate in modo semplice ma preciso.

1. Cos’è un esproprio, in parole povere?

Un esproprio è quando lo Stato, un Comune o un ente come ANAS o RFI ti toglie (legalmente) un terreno, una casa o una parte di proprietà per realizzare un’opera pubblica: una strada, una ferrovia, una pista ciclabile, un sottopasso, ecc. Non è un abuso: è previsto dalla legge, ma in cambio devono riconoscerti un indennizzo, cioè un risarcimento economico. Attenzione: l’esproprio può essere totale (ti tolgono tutto il bene) oppure parziale (solo una parte), o può comportare una servitù, cioè un diritto di passaggio o uso imposto sul tuo terreno.

2. Possono davvero farlo? Anche se io non voglio vendere?

Sì, possono farlo. È la legge a permetterlo, ma con regole ben precise. L’esproprio è una procedura amministrativa che deve seguire passaggi obbligatori: un vincolo iniziale, la dichiarazione di pubblica utilità, la comunicazione ai proprietari, il decreto finale. Tu non puoi impedirlo, ma puoi far sentire la tua voce: puoi presentare osservazioni, chiedere chiarimenti, verificare che la procedura sia corretta e – soprattutto – far valere i tuoi diritti economici. È proprio qui che spesso si gioca la vera partita.

3. Quanto mi devono pagare? Come viene calcolata l’indennità?

L’indennità dipende da diversi fattori: la superficie espropriata, il valore di mercato, la destinazione urbanistica del terreno o dell’immobile, la presenza di fabbricati, colture, impianti, ecc. Il problema è che spesso l’indennità proposta è una stima al ribasso fatta dall’ente. È una cifra “provvisoria”, su cui tu puoi dire la tua. Un tecnico esperto può aiutarti a verificare se la proposta è corretta oppure no, e nel secondo caso fare una perizia per ottenere di più. Ricorda: l’importo può cambiare anche di molto, se ben motivato.

4. Se non sono d’accordo con quello che mi propongono, cosa posso fare?

Hai il diritto di presentare osservazioni scritte, sia nella fase iniziale (dopo l’avviso) sia dopo aver ricevuto il decreto di esproprio. Se l’indennità è troppo bassa o non ti è chiara, puoi chiedere una nuova valutazione o avviare una causa presso la Corte d’Appello. Ma attenzione: ci sono tempi stretti, e se li lasci passare senza agire, poi diventa tutto più complicato. In certi casi, anche l’accettazione dell’indennizzo può comportare la rinuncia implicita a fare ricorso. Per questo è importante muoversi con cautela e con l’aiuto di un esperto.

5. Serve davvero un esperto? Non posso fare tutto da solo?

Puoi provarci, ma rischi di perdere un’opportunità importante. Un esproprio non è una semplice notifica: è una procedura tecnica, legale ed economica allo stesso tempo. Capire bene cosa ti stanno togliendo, come valutano il tuo bene, come viene calcolato l’indennizzo e come contestare — richiede competenze specifiche. In Defynd seguiamo solo casi di espropri, da anni. Sappiamo cosa guardare, come impostare una perizia, come rispondere alle amministrazioni. In tanti casi, abbiamo fatto ottenere molto di più rispetto alla proposta iniziale.

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Conoscere i tuoi diritti è il primo passo per difenderli.

Alessandro Angilella